Ancor più delle apparizioni o degli eventi soprannaturali a Medjugorje la preghiera recitata col cuore riesce a compiere ogni giorno miracoli inimmaginabili. Ci sono tre azioni che qui si compiono con estrema efficacia: la confessione, la comunione e la conversione. Se provate a interrogare un pellegrino di ritorno da questa terra benedetta sentirete rispondervi che a Medjugorje c’è qualcosa di speciale che agisce nel profondo. E che dopo aver trascorso qualche giorno “in compagnia della Madonna e di suo Figlio Gesù, nulla è più come prima”. Se Lourdes è un luogo dove i malati cercano conforto e guarigioni fisiche, Medjugorje può essere visto come un grande ospedale nel quale le anime guariscono e dove la prima volta che si viene si piange tanto. Un pianto irrefrenabile e a volte inspiegabile. Ma si piange. Lacrime che la Madonna sembra voler usare per lavare l’anima. I pellegrini, specie quelli organizzati in gruppi, solitamente hanno un programma ben preciso e collaudato. La giornate sono scandite da momenti di preghiera in comune: dalle Lodi mattutine ai Vespri della sera.
La Celebrazione Eucaristica in parrocchia viene celebrata in italiano ogni mattina alle ore 11 (alle 10 la domenica). Il pomeriggio alle ore 18 si recita il Santo Rosario, solitamente in varie lingue, cui segue una Messa alle ore 19 concelebrata da decine di sacerdoti provenienti da tutto il mondo e tradotta anche in italiano dalla radio locale sulla frequenza 99.7 Mhz. Momenti di preghiera molto intensi, inoltre, si possono vivere partecipando all’Adorazione Eucaristica e alle preghiere di guarigione e di liberazione davvero molto toccanti. Il tutto accompagnato da canti celestiali e musiche di straordinaria atmosfera e bellezza. Quando non si prega in parrocchia lo si fa, sempre con un rosario in mano, scalando il monte Krisevac (540 s.l.m.) uno dei luoghi preferiti per l’adorazione della sofferenza di Cristo e divenuto il Calvario del santuario di Medjugorje. Qui nel 1934 gli abitanti del villaggio in ricordo del 1900esimo anniversario della morte di Gesù eressero una croce in cemento alta otto metri. Arrivare in cima alla vetta dopo aver camminato per quasi due ore per un sentiero ripido fatto di sole rocce e sassi è un’esperienza che non può essere raccontata ma solamente vissuta in prima persona. Sotto quella Croce bianca avvengono ogni giorno numerose conversioni.
Poi c’è la collina delle apparizioni, dove il 24 giugno 1981 verso le ore 18, sei giovani della parrocchia di Medjugorje, Ivanka Ivankovic, Mirjana Dragicevic, Vicka Ivankovic, Ivan Dragicevic, Ivan Ivankovic e Milka Pavlovic, videro una figura bianca con un bambino nelle braccia. Da allora sul Podbrdo i pellegrini si radunano per recitare il Rosario. E sia di giorno che di notte è possibile imbattersi in gruppi di persone che salgono verso il luogo della prima apparizione. Un luogo segnato da un mucchio di sassi in cui è conficcata una croce semplice di colore blu. Ecco Medjugorje è tutta qui. Si riassume in tre parole e in tre luoghi di incontro. Chi viene in questo luogo sa che non c’è nulla, ma può trovare tutto.
Marco Ferri
8/6/2013
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