Padre Jozo: La parabola delle dieci vergini.

Mi voglio, adesso, riferire alla parabola delle dieci vergini (cfr.Mt 25,113). La sposa scelse dieci fanciulle amiche affinché l’accompagnassero alle nozze. Esse dovevano restare con lei sveglie, con le loro lampade, aspettando l’arrivo dello sposo. Cinque di esse non considerarono come un privilegio la fiducia che la sposa aveva riposto in loro; si sentirono stanche e andarono a dormire. Dimenticarono le lampade, dimenticarono l’olio, dimenticarono tutto pensando che, all’arrivo dello sposo, le altre cinque ragazze le avrebbero avvisate ed esse avrebbero fatto in tempo a riceverlo.
Ma non fii così! Ecco che, quando arrivò lo sposo, non ebbero il tempo di accendere le lampade, mancava l’olio, mancava tutto. Le vergini sagge, che erano rimaste vegliando, entrarono insieme alla sposa e andarono al banchetto, quelle stolte rimasero fuori.
Dice la parabola: la porta fii chiusa. Quando le giovani stolte riuscirono ad accendere le loro lampade, bussarono alla porta con insistenza: Aprici siamo amiche. Però era troppo tardi e ricevettero questa risposta: “Non vi conosco
Ricordate anche la porta chiusa dell’Arca di Noè: “Il Signore chiuse la porta dietro a Noè ” (cfr.Gn 7,16). Quando incominciò il diluvio, molti avrebbero voluto entrare però la porta non fii aperta perché era troppo tardi. Nella parabola delle vergini, carissimi fratelli, io vedo la lampada che la Chiesa ha ricevuto fin dal suo inizio. Siamo, quindi, responsabili dell’incarico che riceviamo durante
la nostra vita, siamo responsabili della nostra missione. Tu puoi rifiutare la tua lampada. Bene! Puoi dimenticarla. Bene! Puoi addormentarti. Bene! Ma cosa succede dopo? Che non hai la luce per seguire il vero cammino che porta alla vita, non puoi trovare la porta! Se noi non teniamo la lampada accesa ci troviamo nelle tenebre, nell’indecisione, non possiamo accogliere gli altri.
Una persona, in uno spazio sconosciuto e senza luce, non si muove, ha paura. La vita è un mistero, non sappiamo quello che succederà in futuro. Ogni istante è nuovo, ogni esperienza è nuova. Ma la persona che non ha paura davanti alle situazioni e alle avversità della vita, è quella che tiene la lampada accesa e, quando arriva un momento difficile, può scegliere di accettare la volontà di Dio con forza, generosità e gioia. Purtroppo, molti sono nelle tenebre come infermi che non possono muoversi perché hanno dimenticato la lampada e non sanno dare un senso alla loro vita. Cosa succede negli ospedali? Chi può curare tutti i malati del mondo?
Non esiste, carissimi, una medicina né esistono scienziati che possono aiutare tutte le persone. Non esistono. No!, perché chi non può illuminare non può aiutare. Noi dobbiamo sapere che è la Chiesa che ha l’unica risposta valida: il dono della preghiera, per illuminare ogni istante della nostra esistenza. Sono molte le malattie incurabili del nostro tempo che sono diventate tali perché sono malattie dello spirito.  La persona ha bisogno di certezza!
La normalità è la pace, non la guerra!
La normalità è la tranquillità, non il nervosismo!
La normalità è la sicurezza, non il vuoto!
La normalità è la certezza, non il dubbio!
La persona che non prega, ben presto si ammala spiritualmente.
Vedrete che, tra poco, negli ospedali i medici daranno un consiglio: Andate, imparate e pregate, cominciate a pregare. Ma sarà troppo tardi!

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